La sede

La Tour de l’Archet. Un castello dalla storia millenaria nel cuore di Morgex

Il castello di Morgex, situato nel cuore del borgo, deve il suo nome alla torre centrale, alta 21 metri, che costituisce il nucleo più antico del complesso architettonico: essa venne infatti eretta come presidio di fondovalle sulla via che conduce alla Francia nell’XI secolo d.C. ed è dunque una delle più antiche della Valle d’Aosta.

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L’imponente donjon quadrangolare, che originariamente doveva sorgere isolato, fu inglobato asimmetricamente in una cinta muraria merlata, dotata di camminamento di ronda e di torretta di avvistamento. I collegamenti verticali e orizzontali erano garantiti da ballatoi e scale lignee, che permettevano l’accesso all’ingresso della torre, posto a oltre 7 metri d’altezza.

Lo stemma araldico della famiglia De Arculo / De l’Archet è visibile sul piedritto di una finestra a crociera che si apre su Place de l’Archet. È a questa famiglia che si devono gli interventi residenziali realizzati contemporaneamente alla prima fase della cinta: si tratta di un grande salone di rappresentanza e di una torretta di avvistamento settentrionale, oltre ad ambienti di servizio posti sul lato occidentale.

Importanti lavori di ingrandimento e di trasformazione dei volumi furono effettuati anche tra il XIV e il XV secolo: la cinta muraria venne sopraelevata e furono trasformati l’accesso scalare e gli ingressi; gli spazi vuoti furono via via occupati da nuovi ambienti (a questa fase risale una cappella privata collegata ad un importante vano con resti di losanghe dipinte). Anche le aperture vennero modificate e sulle nuove porte e finestre fu inciso lo stemma di casa Savoia.

Nei secoli successivi il castello, nuovamente rimaneggiato, passò a diverse famiglie, fra le quali i Maillet e i Tillier di Morgex. 

Nel 1889 la Tour de l’Archet venne acquistata in gran parte dal Comune di Morgex, che era alla ricerca di uno stabile idoneo a ospitare le scuole e una biblioteca. Da quel momento il castello è diventato il cuore del paese: la “torre” – come ancora viene chiamata affettuosamente dai Mordzaheuns, gli abitanti di Morgex – ha infatti ospitato l’asilo infantile, affidato alle suore di San Giuseppe, le scuole elementari, la latteria turnaria, il forno riservato agli abitanti del borgo, la sede della banda musicale e dei vigili del fuoco, gli uffici della Pretura.

Alla fine degli anni Cinquanta la struttura venne chiusa al pubblico per il grave stato di incuria in cui versavano i locali. 

La Regione autonoma Valle d’Aosta, attuale proprietaria del monumento, ha condotto nel 1985-86 alcune indagini archeologiche, seguite da un importante lavoro di restauro conclusosi nell’estate 2010, in vista del trasferimento a Morgex della Fondazione Sapegno.

La Tour de l’Archet è ora gestita dal Centro Studi in collaborazione con il Comune di Morgex, che ha aperto al suo interno il punto informazioni del paese (gestito dalla Pro Loco), favorendo così la scoperta del castello da parte di numerosi turisti.

Dalla sua riapertura nell’ottobre 2010 la Tour de l’Archet è tornata ad assumere un ruolo centrale nella vita del paese e, contemporaneamente, è diventata sempre più nota a livello nazionale e internazionale, grazie alle diverse iniziative organizzate al suo interno dalla Fondazione Sapegno: progetti didattici, esposizioni, conferenze, seminari, laboratori, incontri con l’autore, visite guidate hanno permesso di aprire le porte del castello ad un pubblico eterogeneo per età, provenienza, formazione culturale.

Per valorizzare il proprio patrimonio favorendone una fruizione partecipata, la Fondazione Sapegno ha allestito nel 2014 in un’ala del castello il Biblio-Museo del Fumetto Demetrio Mafrica; nel 2016 ha aperto la “Sala Solmi”, nella quale è stato ricostruito lo studio dello scrittore Sergio Solmi; nel 2019 ha allestito la “Sala Sozzi”, con un cospicuo fondo di letteratura francese e italiana.

La Tour de l’Archet offre anche un’ampia sala di consultazione per i ricercatori interessati a studiare i fondi librari e archivistici custoditi dal Centro, e una sala conferenze, che può essere adibita ad aula didattica.

I libri occupano ormai ogni angolo del castello e l’intero donjon, trasformato grazie a un eccellente intervento di rifunzionalizzazione, in una vertiginosa biblioteca sospesa, in dialogo con tutto il territorio circostante: il Parco della Lettura, le postazioni diffuse di bookcrossing, la Biblioteca comprensoriale.

Nel corso della sua storia millenaria la Tour de l’Archet ha cambiato pelle diverse volte, tanto che il dinamismo sembra far parte del suo DNA: da presidio militare – passando per casaforte, residenza nobiliare e scuola – è diventata un presidio culturale, in cui si custodisce creando ponti fra il passato e il presente per costruire il futuro.